Non ho più parole. Non emetto alcun suono. E non guardo. Non ascolto. Non rido. Non piango. Ho chiuso i miei canali di ingresso/uscita a tempo indeterminato, rintanandomi in un’apatia forzata che mi blocca le braccia e mi annienta la voce, soffocando il mio istinto animale. E mi avvolgo morbidamente tra i miei pensieri contrastanti, in cerca di una posizione comoda da assumere per questo lungo viaggio alla scoperta della verità e alla ricerca di una soluzione. Mi circondo di gente sperando che i miei pensieri vadano in cortocircuito, sperando che la mia anima si colmi di parole, di risate, di allegria altrui. Ma la solitudine, è una condizione dell’anima, non del corpo, ed è un inevitabile setaccio con cui selezioniamo il marcio da scartare.
Sto_setacciando_la_ mia_vita.
Sul filtro, innumerevoli particelle dalle sembianze anomale intasano lo scorrere fluido dei miei giorni…discussioni inutili, atteggiamenti egoisti, strafottenza, malattie improvvise, risposte fuori luogo, violenze psicologiche, cattiverie gratuite, distacchi feroci. Riesco a prenderle tra le mani, lasciando che la negatività mi tocchi la pelle e la strappi come fosse un morbido panno di lino. Con rivoli di sangue, le faccio scorrere tra le mie dita per verificare la consistenza esatta dei miei problemi e, come sabbia bagnata, lascio che si accumulino, poi, sul pavimento tra i miei piedi incrociati, formando montagnelle di negatività, da ispezionare con maniacale attenzione.
Ogni azione ha un’inevitabile reazione, spesso opposta e contraria. Azioni altrui mi colpiscono da ogni punto come frecce affilate. Resto immobile, al centro esatto della mia vita, in balia di un ticchettio frenetico che mi parte dalle viscere.
Sono una bomba ad orologeria a cui è stato attivato il timer…e non esistono soluzioni contro l’ineluttabilità del tempo che passa. Sento nel cervello lo scandire dei secondi che avanza, terrorizzata. Gli altri forse scambiano la mia apatia per rassegnazione, per sottomissione, per debolezza. Non capiscono e non sanno che il momento peggiore è quello in cui io smetto di reagire e di lottare. E’ quello in cui depongo le armi e lascio che la vita prenda il sopravvento…perchè vuol dire che ho preso consapevolezza che non c’è più nulla che io possa dire, nulla che io possa fare, nulla che io mi possa aspettare, nulla in cui io possa continuare a credere.
Disinnesca la bomba prima che io vada via…
fa tutto male .. fa male e basta .. per quando uno vorrebbe che cosi non fosse, per quando uno mette su la maschera fatta di sorrisi .. fa male anche se vorresti costringerti che cosi non dev’ essere .. ed invece quando meno te lo aspetti esce fuori come un fiume in piena …
tvb piccoli’
Un vulcano.
L’eruzione è tremenda.
Il fuoco brucerà tutto ciò che troverà davanti.
Fino alla quiete.
Fino alla prossima scossa di terremoto.