Una vita fa…cioè fino al 2010…la mia vita era un delirio di eventi mondani, téte à téte romantici, sorprese, lavoro, creatività, progettualità, arte, poesia, musica, contatti, amici, alcool, viaggi, uscite, rimpatriate, lunghissime inciuciate, cerette, massaggi, weekend al mare e gite in moto…
Quella vita era ricca di spensieratezza, follia, soddisfazioni economiche e soddisfazioni professionali, pur prevedendo pochissime ore di sonno e tanto tempo per me stessa.
La mia vecchia vita…cioè fino a 3 mesi fa… poggiava la sua stabilità su una monotona routine fatta di cacche, biberon, giochi, capricci e pannolini. Fatta di cose di casa, spesa, lavatrici, pulizie, bimbi, bimbi, bimbi, bimbi, bimbi. Si, certo, c’era anche mio marito, ma in un ruolo part time di circa 2 ore al giorno, durante le quali era padre più che marito.
Quella vita era ricca di coccole e soddisfazioni affettive, piena di idee, di scoperte, di risate…ed era dolce, dolcissima, pur prevedendo pochissime ore di sonno quotidiane e zero tempo per me stessa.
La mia nuova vita…cioè da tre mesi ad oggi… è un miscuglio indifferenziato di “mamma, moglie, lavoratrice” in cui annaspo alla ricerca della soluzione giusta ad ogni cosa e in cui mi danno per riuscire a conciliare tutti i ruoli nel modo migliore possibile.
In realtà, mi sono persa.
E nonostante, per comodità, tutti facciano finta di non essersene accorti, quelli che mi circondano e mi vivono sanno bene che non ci sto capendo più una cippa.
Nella nostra casa c’è un via vai di gente che manco in un centro commerciale il primo giorno di saldi…In un mese ho cambiato 3 baby sitter. La prima ha fatto 4 giorni di festa su 10 lavorativi…bocciata immediatamente. La seconda dopo una settimana di prova si è resa conto che, lavorando già di mattina e venendo qui tutti i pomeriggi, non riusciva ad avere tempo per studiare. La terza è fantastica…simpatica, allegra, giovane, precisa…il problema è uno solo e cioè, anche lei è umana e, come a volte capita, è caduta malata. In sostanza dal 1 gennaio, tra feste varie, febbre e weekend, l’ho vista solo due giorni. E poi…la mattina non è disponibile.
Non è finita qui…sono dovuta correre ai ripari anche sul fronte “casa”. Da lunedì ci sarà una signora che al posto mio si occuperà delle pulizie. La cosa non ci entusuasma particolarmente, anzi l’idea che qualcuno invada i nostri spazi e la nostra intimità, un po’ ci disturba…ma meglio questo che avere la casa ricoperta da uno strato compatto e resistente di polvere, e montagne di panni da stirare.
Dunque, a conti fatti, il mio fisso mensile si sfancula così…per pagare due persone che mi sostituiscano mentre io cerco affannosamente di fare un lavoro che prevede appuntamenti saltati, orari sballati, gente che ti guarda con diffidenza, ore e ore di telefonate, soldi di benzina, grattini e multe per parcheggi improvvisati, eccetera. Adesso il punto è questo…oltre al fisso (già speso in toto), tutto ciò che produco dovrebbe essere il mio guadagno effettivo, ma a casa mia, abituati al fatto che negli ultimi 4 anni ho pensato io a tutto ciò che riguardava i bimbi ed ancorati all’idea che un lavoro è tale solo se prevede ore di immobilità in un luogo fisso, hanno preso sotto gamba questa mia nuova attività da consulente commerciale. Se la baby sitter ha la febbre, ai bambini devo pensarci io. Se la scuola è chiusa, ai bambini devo pensarci io. Se i bambini sono malati, devo pensarci io. Se i bambini hanno fame, sonno, devono essere cambiati, vogliono giocare, vogliono uscire, eccetera, devo pensarci io. Il concetto, assolutamente sbagliato, è che tanto io posso disdire un paio di appuntamenti, tanto non succede nulla.
S T I G R A N C A Z Z I !
Se non lavoro e non produco, tanto vale che mi richiudo in casa a fare la Desperate Housewife, almeno alla mia casa e ai miei figli ci penso io.
Ecco perchè mi sono persa…perchè oltre a tutto quello che facevo prima, adesso devo anche uscire la mattina alle 8:30 per rientrare “quanto prima”, sperando che non ci siano imprevisti, che i clienti non mi facciano fare tardi, che la baby sitter non mi appenda, che i bambini non si ammalino e che, nell’eventualità dovesse accadere una di queste cose, mia madre sia disponibile per qualche ora. Quasi quasi, la mattina devo chiedere il permesso per andare a lavorare.
Ad oggi la situazione è catastrofica: baby sitter con febbre a 38 da tre giorni, Marito a letto con brividi di freddo e vertigini, Alessandro con mal di pancia forte e febbre a 38,5. Mi sono ovviamente saltati gli appuntamenti del pomeriggio.
Non si può andare avanti così…con il “dovere” di andare a lavorare, ma non con il “diritto” di farlo in santa pace, con tranquillità e serenità.
Care Mamme lavoratrici…voi come fate a conciliare tutto? Che qualcuna mi dia una dritta prima che mi venga un esaurimento nervoso…