E non ci son parole da scrivere, pensieri da pensare, o frasi da pronunciare. Come quando si riapre una vecchia scatola dei ricordi…gli oggetti ti capitano in mano in modo confuso e disordinato…ed ognuno di essi è un pezzettino della tua storia, ed ognuno di essi si accavalla agli altri pezzi di te. Ed ognuno di essi provoca un amaro sorriso o strappa una lacrima di dolore.
Avvenimenti caotici si sono incastrati perfettamente in questo fatidico inizio del 2009. Un freddo augurio inaspettato ha scandito i primi istanti del nuovo anno. La sirena di un’ambulanza lontanissima rimbomba nel mio cervello, mentre qualcuno cerca di affogare la propria superbia in infinite bollicine di champagne. E sono stati mentali alterati quelli in cui mi ritrovo all’improvviso, una realtà capovolta, spacciata per vera da una voce arrogante che inonda l’ambiente già pregno di nicotina bruciata. Perdizione della mente. Mi allontano da tutto cercando un’intima via di fuga. Tenerezze bloccate su una gelida sedia dalle ruote consumate…due vite che si tengono per mano e che si fanno compagnia nella solitudine di una vecchiaia inevitabile. Un elettrocardiogramma alterato proclama al pubblico impaurito una tragica sentenza: angioplastica immediata e terapia intensiva per soccorrere una vita in pericolo. Ansia, terrore, dolore.
La vita che scorre sotto un cielo in tempesta. Un vento gelido si infiltra tra i vestiti e congela il cuore, addestrato a non vedere, a non sentire, a non piangere. Quasi tutte le persone che amo hanno il cervello insonorizzato, riescono a non ascoltare quello che dico veramente…preferiscono stordirsi nelle loro convinzioni, piuttosto che ammettere i propri errori. Osservo gli altri nascosta nell’intimità dei miei pensieri. Tremo all’idea di ciò che è fuori controllo, di ciò che è lontano e totalmente ingestibile. Conferme sconvolgenti, dal retrogusto insopportabile, esplodono nel momento del brindisi…quando una torta di compleanno viene sostituita da un ruoto di patate al forno. Scoppia una bomba sulla tavola imbastita per la cena e nel mio cuore avido di chiarezza e di amore. Occhi negli occhi. Tachicardia. Alterazione della voce. Grida. Lacrime. Champagne per lavare via quel peccato inconfessabile. Partenze intelligenti il giorno prima del rientro generale. Fughe. Restare qui…in balìa del nulla. In attesa di notizie, di chiarimenti, di parole d’amore.
Parole attese. Parole mai pronunciate. Parole che forse non sentirò mai.
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