ASILO NIDO “BAVOOOOOOOOOO”

E poi, una mattina al mio risveglio, quella decisione su cui ho tanto rimuginato prende forma e mi calza a pennello come un abito nuovo. Colazione, lavo e vesto il cucciolo, mi lavo e mi vesto, un filo di matita grigia sugli occhi, mascara, prendo la borsa, occhiali, portafoglio, chiavi, cellulare, sigarette, biberon e salviette,
Eccoci, Pronti per una nuova avventura.
Chiamo la mia amica, psicologa infantile nonchè titolare dell’asilo nido, e le chiedo se posso portare Ale per iniziare l’inserimento…”Sono tutta vostra”, risponde entusiasta.
Eccoci catapultati in questa esperienza fatta di circa 25 mocciosi urlanti dai 12 mesi ai 5 anni. Ci è già capitato di passare a salutarla e di intrattenerci un po’ a giocare, ma oggi è diverso, non è il solito episodio sporadico, ma l’inizio di un cammino fatto di anni di scuola, studio e sacrifici. Ale ovviamente lo ignora, se no sticazzi!!
Si muove assolutamente a suo agio nel cortile, guidando un micropasseggino rosa pieno di palline di varie dimensioni, avanti e indietro. Si mette in fila per lo scivolo, gioca a palla con due bimbe più grandi di lui, bacia ripetutamente sulle labbra la sua amichetta Alessia e fa amicizia con un capuzziello più piccolo ma sveglissimo, che gli somiglia.
Io in disparte, un po’ meno a mio agio rispetto a lui, fumo come una dannata, mentre chiedo alle maestre di intervenire al posto mio se fa qualcosa di sbagliato. Deve capire sin dal  primo giorno che qui non è mamma che detta le regole, ma altre persone che spero diventeranno presto per lui un punto di riferimento valido.
Dopo circa un’ora e mezza di ammuina in cortile, la maestra chiede ai piccoli di mettersi in fila per lavarsi le manine perchè è pronta la pappa. Lui, come un ometto, si mette in fila e segue gli altri senza degnarmi di uno sguardo.
Io e la mia amica ci guardiamo perplesse
Che dici? Già che ci siamo, proviamo?”
“Ok. Proviamo!”

Si siede sula microsediolina blu, a fianco ad Alessia, e mangia e beve dal bicchiere da solo, finendo quasi tutto e restando seduto al suo posto senza dare alcun fastidio. Un miracolo, penso!!!
Mi faccio da parte e filmo tutto col cellulare scomparendo dal suo campo visivo. Tornano in giardino a giocare e, non trovandomi, chiede di me.
E’ andata a comprare il latte, viene subito, Capito?”
“Ti, vabbè
” e licenzia il pensiero di me mettendosi a giocare con una brunetta più grande.
Dopo 10 minuti fingo di tornare, proprio quando, spaventato perchè ha fatto cadere un cancelletto, mi invoca disperato e chiedo:
Amore tutto ok? Che hai fatto?”.
“Cancetto totto, caduto. Pappa, tutta tutta, bimbi, eduto tedia, Nando (
che sarebbe lui)…bavooooooooooo!” e si applaude sonoramente.
Ed io mi sciolgo di fronte alla sua gioia, mi viene quasi da piangere.

Primo giorno al nido, esperienza esaltante. Lui ha risposto benissimo ad ogni stimolo, io invece ansiosissima ho triturato le palle alla mia amica psicologa infantile, nonchè titolare dell’asilo “attenta che si arrampica…oh guarda che si sta allontanando…si vabbè ma non li far salire da soli sullo scivolo….sto cavolo di gradino…attenta al bicchiere con l’acqua che se lo rovescia addosso ed io non ho un cambio…ma perchè non assumi qualche maestra in più?…non lo fare entrare in cucina da solo che si puà rovesciare addosso la pentola che sta sui fornelli…”
“Tesoro, il mio asilo è aperto da un anno e mezzo, e nessuno mai si è fatto male, nonostante ci siano bambini vivaci come tuo figlio…in primis la mia Alessia. Ti vuoi dare una calmata e vuoi lasciarlo libero di misurarsi col mondo che lo circonda?”.

Che tradotto in dialetto si può brevemente riassumere con un “C’E’ ‘CCIS“.

Ebbene sì, amica mia, hai ragione. E questo è uno dei motivi per cui ho deciso che era arrivato i momento di portarlo a scuola. Lo affido a te, alla tua esperienza, al tuo staff, al mondo, con un’ansia che non te lo dico proprio ma con la consapevolezza che è la cosa migliore per lui.

A lunedì

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