E poi ti ritrovi, da sola, con le mani in tasca e gli occhi fissi al pavimento, ad attendere, tra centinaia di altre attese, che parta quel nuovo meccanismo nel quale ti sei ritrovata per caso. Sei lì e vorresti essere altrove, tra voci conosciute e odori familiari. Sei lì, dove sei entrata dalla corsia preferenziale, ma dove all’improvviso ti ritrovi formica tra formiche, con il tuo bagaglio di vita e di esperienze vissute ben saldo sulla schiena e nient’altro. Attese interminabili. Voglia di fumare, di un caffè, di un sorriso, di un abbraccio, di sentire la voce dei tuoi figli che chiamano “mamma”! Pensieri che si insinuano altrove, che si spiaccicano sui muri macchiati e si disperdono nell’odore di formalina. Emozioni sotto vuoto. Silenzio.