L’intento era quello di dire no alle discriminazioni sessuali.
L’effetto è stato un sollevarsi di polemiche dopo che la regione Toscana ha realizzato una campagna pubblicitaria nella quale compare l’immagine di un neonato con la classica fascetta a polso dove, al posto del nome, c’è scritto "omosessuale".
Il centrodestra: "Raccapricciante". "L’Italia si adegui alla Toscana", ha commentato il presidente dell’Arcigay Mancuso. La foto shock, ceduta gratuitamente, arriva dal Quebec, realizzata dalla Fondazione canadese Emergence. In Toscana l’immagine sarà affissa in luoghi pubblici e farà parte di campagne pubblicitarie, cartoline e depliant. Il bambino "omosessuale" sarà anche il logo di una due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze, il 26 e 27 ottobre prossimi nell’ambito del Festival della creatività. Ma la campagna non ha mancato di sollevare critiche da varie parti. Mentre le associazioni gay e alcuni rappresentanti del centrosinistra hanno accolto con favore l’iniziativa, Luca Volonté del centrodestra ha giudicato il manifesto della Regione Toscana "assolutamente raccapricciante". "Strumentalizzare i neonati per far passare l’idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini – ha detto – è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale". Massimo Polledri della Lega ha chiesto che la "Regione Toscana ritiri immediatamente questi manifesti così di pessimo gusto. Utilizzare i bambini ricorda quelli del ventennio vestiti da balilla con il fez, con la differenza che già gli mettono un simbolo di appartenenza". Secondo Isabella Bertolini (Forza Italia), "pur di affermare un modello alternativo di società, nel quale domina l’indeterminatezza sessuale, la Regione Toscana non esita ad utilizzare un neonato in modo strumentale ed ideologico". Si è difeso il promotore del progetto, l’assessore regionale alle riforme istituzionali Agostino Fragai: "Affrontare le discriminazioni sessuali – ha affermato – non toglie nulla, né in termini di tempo né di risorse, ad altri problemi. Una società più coesa, che non discrimina, assicura più diritti per tutti".
da TGCOM