Odore di pioggia. Grazia De Michele canta Io e mio padre, riprodotta da un lettore windows media player che reclama quotidianamente di essere aggiornato dal mio computer troppo vecchio. Il sole è sparito dietro un tappeto di fitte nuvole dal colore grigiastro…oltre la porta ben chiusa del mio studio, un rumore di moto inonda la casa, rendendo il volume della playstation unica colonna sonora di questo sabato pomeriggio addormentato e flaccido. Chiusa nel mio mondo, dipingo pensieri su una tastiera Microsoft consumata dal tempo…un sottofondo musicale malinconico mi accompagna nel mio viaggio. Amalia Grè sogna questa storia che sembra un sogno…e a me manca l’aria. Oppressa da situazioni che mi schiacciano e da desideri che si infrangono contro il muro invisibile dell’ostilità, mi rintano in me stessa…e canto per non piangere…leggo per non pensare…scrivo per non urlare. Mani prive di carezze, schiacciano i pulsanti del videogioco in modo quasi compulsivo, occhi distratti vengono rapiti da una gara che scavalca il limite della virtualità. Zucchero canta amerò in modo che il mio cuore, mi farà tanto male che, tanto che come il sole all’improvviso scoppierà…mentre il cielo si libera in un pianto malinconico di fine estate che mi entra nelle viscere e diventa parte di me. Sguardo fisso sul monitor bianchissimo, accendo una merit a pieni polmoni…quasi a voler avvelenare questo corpo che si ribella alle leggi della natura. Il mondo intorno a me si muove in modo circolare…solo la mia vita, nel bel mezzo del nulla, se ne va zigzagando in modo autonomo ed incomprensibile. Cerco di modificare questa rotta senza controllo alcuno. Ma anche no. Trattengo lacrime aggrappandomi con tutte le forze ai condotti lacrimali. Trattengo al limite dell’ugola parole che verrebbero fuori come valanghe. Trattengo nello stomaco rabbia, confusione, stanchezza, insoddisfazione. Mi siedo al centro esatto della mia esistenza, guardo indietro, mi guardo intorno, guardo avanti…mi rendo conto di essere circondata da una nuvola scura che non lascia filtrare alcuna luce. Solo il passato, ben illuminato e ormai irraggiungibile, mi si srotola netto davanti agli occhi, impedendomi di respirare.
Sono scomodamente seduta al centro della mia esistenza e mi rendo conto di non avere alternative.
squarcia l’anima .. la musica e le parole … entra dentro come un pugno ed una carezza
“troppo simile per poterlo commentare in modo razionale”
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