Quando non si trovano le parole è inutile ostinarsi a voler scrivere per forza. Apro il blog con la voglia di raccontare frammenti di quotidianeità, ma appena si apre la finestra del nuovo articolo, tutte le intenzioni si sbriciolano nel nulla ed io mi ritrovo qui, impalata davanti al pc con un mondo interiore che si trasforma minuto dopo minuto e le mani paralizzate sulla tastiera immobile. Sono io, sempre la stessa…eppure totalmente diversa. Intrappolata a volte nel senso materno che mi fagocita senza darmi un attimo di respiro, desiderosa di riprendere in mano alcune ore del mio tempo per dedicarle a ciò per cui ho studiato per anni…eppure, bloccata, psicologicamente da questo senso del dovere e di maniacale apprensione che mi impedisce di mandarlo all’asilo. Continuo ad aggrapparmi a qualsiasi scusa, rimandando la nostra separazione di mese in mese…prima era l’inverno con tutte le malattie che comporta…poi è arrivata la primavera che ha portato con sè il desiderio di grandi passeggiate all’aperto…adesso l’estate e la prospettiva di partire per il mare. A settembre Ale andrà all’asilo. Punto. Su questo non ci piove.
Rileggo. Vorrei cancellare. Ma poi lascio tutto così com’è. Del resto io sono anche questo.
Io non vedo l’ora che arrivi settembre, o ottobre. Fra camminerà certamente da sola, visto che già sta in piedi e camminicchia (senza gattonare!), e per quel tempo conto di mandarla almeno quando ho udienza la mattina qualche volta al nido, uno perché non mi va che stia il pomeriggio sempre con i nonni sia materni che paterni, e due perché ho bisogno alcune mattine di rientrare nella mia attività di tribunale, magari tralasciando il pomeriggio in quelkla stessa giornata e stando poi quindi con lei. Non so come fai ad essere così apprensiva…io a volte mi vedo come una mamma screanzata, quando mia mamma mi dice portamela così ti riposi un’ora e ti fai le cose tue tiro un sospiro di sollievo e corro a portargliela. Forse ecco cosa intendevo quando scrissi che l’istinto materno no nesiste. Cioè…esiste l’istinto di essere madre, di nutrire, di proteggere, di amare un figlio. Ma tutto il contorno forse lo costruisci giorno per giorno, anche faticosamente con notti senza dormire, giorni da stanchezze croniche e così via…