Porto ancora addosso la sensazione di terrore che ho provato nel vederti a terra, in quel bar affollato. E’ stato un attimo. Sei scivolato nel buio totale colpendo il pavimento con la testa, senza nulla ad attutire il colpo. Ho temuto fossi andato via per sempre.
“Portate fuori Alessandro…Cazzo, cazzo, cazzo….Nonno, nonnoooo….chiamate il 118, chiamate mia madre!”
Accovacciata sul pavimento vicino al tuo corpo areattivo e rigido.
Gli occhi all’indietro, le mani gelide rinchiuse in pugni di dolore, la bocca spalancata, le labbra livide. Il sangue mi si è gelato nelle vene, finchè Massimo non ti ha fatto rinvenire.
Ti hanno portato in ambulanza al Pronto Soccorso e hanno dedotto che hai avuto una sincope.
Alle 17:00 sei tornato a casa. Circondato da tutti noi, non ricordavi nulla dello svenimento.
Un sabato da dimenticare. Un incubo che mi ha catapultata all’inferno.
Ho temuto di perderti, nonnino mio, e mi sono sentita di impazzire.
Ti adoro
Ahi…mi dispiace assai!