Tutti in partenza. Sicuramente sarete già in aeroporto ad attendere che parta l’aereo che vi condurrà lì. Ed io resto a casa. Ed io c’ho già la malinconia. Ed io mi mangio le mani per non aver prenotato il biglietto con voi. Avete deciso di portarla lì. Di ricongiungerla, anche se solo per qualche giorno, a quel pezzo mancante della sua vita, della sua storia lunga quasi un secolo…lontano…troppo lontano da lei!
Sorelle distanti da anni, impossibilitate dagli eventi inesorabili della vita, a vedersi con frequenza.
La più grande ha vissuto per almeno 50 anni nel profondo sud, nella magica Sicilia. Un marito siciliano che l’ha amata con passione e due figlie che hanno dedicato la propria esistenza l’una alla carriera brillante del marito e alla crescita dei propri figli, l’altra alla propria professione e ad una vita libera. Quest’ultima, trasferitasi in Veneto per coronare il suo sogno di diventare medico, oggi la accudisce con devozione ed infinita pazienza, sorvegliandola senza invadere i suoi spazi.
La sorella minore, ovvero mia nonna, invece ha vissuto a Napoli, dove ha conosciuto mio nonno, che allora faceva il militare, e ha deciso che la sua vita non poteva che essere al fianco di quest’uomo speciale che le aveva rapito il cuore. Hanno avuto due figli, mio zio e quella perla di mia madre, che oggi è lì con loro, insieme al suo compagno. Una donna forte, mia nonna, che ha saputo rinchiudere una laurea in lettere, presa 60 anni fa, in un cassetto per amore di un marito troppo geloso e maschilista. Ha dedicato la sua esistenza alla famiglia che hanno creato, senza mai lamentarsi, senza mai cedere. Ha cresciuto i figli e amato incondizionatamente tutti noi. Sempre. In qualunque circostanza. Sempre presente, sempre attiva, sempre disponibile. Ha rinunciato alla vicinanza dei suoi genitori e della sorella per vivere circondata dalla famiglia del marito. Sette fratelli riuniti in un unico condominio. Forse è questa l’unica cosa di cui ha veramente sofferto per anni, in silenzio. Questa solitudine inespressa, questo sacrificarsi troppo a lungo, perdendo a volte anche i propri argini.
Sorelle custodite con gelosia tra le pieghe dei ricordi per tempi interminabili. Sorelle incontrate nei momenti di solitudine, rinchiuse in un bagno, davanti ad uno specchio illuminato che rifletteva immagini distorte. Sorelle che finalmente tra due ore si stringeranno in un abbraccio eterno che cela anni ed anni di solitudine. Forse l’ultimo abbraccio cosciente. Il più importante. Il più straziante.
Sono qui in ufficio, ma vorrei essere lì con voi. Piangerei di sicuro nell’osservare queste due donne così diverse riconoscersi tra di loro. Il telefono non basta per sentirsi vicini. Non hanno mai saltato un giorno. Si sentivano continuamente raccontandosi tutto. Poi qualcosa è cambiato. Una piccola lampadina si è spenta nella testa di nonna, lasciando in ombra alcune parti della sua vita. Le telefonate sono diminuite, i ricordi attuali anche…ma la memoria antica, quel prezioso bagaglio che si porta dentro da una vita, è vivida e forte. E quanto più sono lontani i suoi ricordi…tanto più sono sinceri ed intensi.
ho letto per caso quello che hai scritto e ho le lacrime agli occhi…è bellissimo
@sognaresempre:
grazie mille!
…Bel racconto di un corposo spaccato di vita, colmo di sacrifici, di rinunce ed appagato da tante grandi e piccole soddisfazioni…in primo luogo quelle di carattere affettivo…
Sarà bellissimo e commovente il loro incontro ed il loro abbraccio…
Struggente questo post. A volte scelte d’amore portano a privarsi di altri amori che a volte si perdono per sempre ma a volte come in questo caso si ritrovano a dispetto del tempo perduto… Grazie anche per le parole che mi hai lasciato stamattina…sei di una dolcezza unica, ti voglio bene…
Ah … avevo commentato questo post, nel post di sotto …
cmq buongiò